Doorways

Enrico Pieranunzi

Artists :
Enrico Pieranunzi ( Piano )
Chris Potter ( Tenor And Soprano Sax )
Paul Motian ( Drums )

Recorded
Dec, 2002

Release date
Jul 1, 2004

Duration
0:54:46

Record Label
Cam Jazz

1 - Double Excursion 1 - 4:11
2 - Double Excursion 2 - 3:34
3 - Doorways - 6:15
4 - No Waltz for Paul - 3:32
5 - Utre - 2:08
6 - Blue Evening - 2:13
7 - Anecdote - 6:11
8 - Suspension Points - 5:59
9 - Double Excursion 3 - 3:12
10 - Words of the Sea - 5:11
11 - The Shifting Scene - 3:17
12 - The Heart of a Child - 5:43
13 - Utre (Alternate Take) - 3:13

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Cam Jazz     AMAZON     iTunes

Without a moment of hesitation, go ahead and trespass these DOORWAYS to experience the natural symbiosis and telepathy between these masters of the art, and indulge when tenor saxophonist Chris POTTER steps in for a veryspecial guest appearance on this duet album featuring Enrico PIERANUNZI and drummer Paul MOTIAN.

Recorded in December 2002 at Forum Music Village

Recording engineer Luciano Torani

Liner notes by Ira Gitler

 

REVIEWS


Doorways

Doorways è il frutto del connubio tra due dei più talentuosi interpreti del jazz: Enrico Pieranunzi e Paul Motian. 

Enrico Pieranunzi, 55enne pianista romano, è forse uno dei pochi, se non l'unico italiano, ad aver suonato con i più grossi nomi del panorama jazzistico mondiale. E l'unico italiano a far parte del novero dei "grandi". 

Paul Motian, giovane 73enne di Philadelphia, ha scritto la storia del jazz suonando in trio insieme a Bill Evans e Scott LaFaro, reinterpretando a modo suo la figura del batterista e togliendolo dal ruolo relegato di semplice "accompagnatore". Motian è il maestro delle sfumature coloristiche, delle dinamiche rarefatte e delle tessiture melodiche. 

Il termine connubio non è casuale in quanto si tratta di una fusione di stile, di ritmo e di tecnica che sembra scaturire da un contatto telepatico tra i due artisti. Quando partono sembrano davvero fondersi e solo le sporadiche sortite del sax di Chris Potter riportano chi ascolta ad un livello più terreno. 

Non è un disco dalla comprensione immediata ma un'opera che alterna momenti di estremo tecnicismo a momenti di una lirica sublime velata di malinconia. 

La CAMJazz ha lanciato in anteprima "Doorways" sul sistema di vendita di musica online iTunes della Apple. Il disco ha avuto un successo incredibile ed è risultato uno dei più scaricati del genere Jazz. 
8/10

18/10/0www.rockshock.it   Alfredo Fiore
 

Doorways

Una serie di duetti fra Pieranunzi e Motian, con Potter che interviene col suo sax soprano in tre brani.Il piano di Pieranunzi si e' nutrito col jazz di Tristano,di Bill Evans,ma anche si e' abbeverato alla lezione di Charlie Parker.La sua improvvisazione vive di frantumazioni, di scaglie e scintille sonore che la batteria di Paul Motian incornicia di brividi. Fra i due c'e' un'intesa che diresti medianica.Per non dire quanto quest'album CamJazz si impreziosisca per la presenza di Potter.

08/10/04   Venerdi' di Repubblica   Enzo Siciliano
 

Doorways

Ancora uno splendido cd, della collana jazz della C.A.M., rivolto alle musiche di Enrico Pieranunzi. Questa volta il grande pianista e compositore romano suona in coppia con un altro mostro sacro, il batterista Paul Motian e, in tre brani, anche il sassofonista Chris Potter fornisce il suo preziosissimo contributo. I lettori più attenti si saranno già resi conto che abbiamo nominato alcuni dei musicisti che hanno partecipato allo straordinario "Fellinijazz", uscito lo scorso anno, che ha ottenuto un meritatissimo successo di critica e di pubblico. A prima vista potrebbe sembrare un naturale prolungamento dell'avventura precedente ed invece grande è stata la nostra sorpresa quando abbiamo constatato che i brani sono stati registrati nel 2002, quindi prima e non dopo il disco dedicato alla musica di Fellini. 

Questo ritardo di un paio di anni rimane un mistero, anche se ci troviamo di fronte ad un'incisione molto particolare. Infatti, portare avanti una serie di composizioni affidandole solo a pianoforte e batteria (visto che l'apporto di Potter si limita a soli tre brani), può risultare abbastanza problematico in quanto si rischia di sfociare in una certa monotonia. E qui interviene l'abilità di Pieranunzi, che si dimostra ancora una volta un interprete ed un autore completo, fornendo una risposta magistrale a chi non lo considera un compositore nel pieno senso della parola (e sono più di quanto si possa immaginare), per le sue incursioni troppo frequenti nel campo della musica da film. 

"Doorways" ha tutte le carte in regola per sfatare questo stupido luogo comune anche se, proprio per le sue caratteristiche, impone all'ascoltatore una maggiore attenzione rispetto a quella richiesta nei precedenti lavori di Pieranunzi. Il disco si compone, infatti, di 13 brani, che , ad eccezione dei melodici e dolcissimi "Suspension points" e "The heart of a child" hanno una stretta contiguità con la musica contemporanea e talora con il dodecafonismo, dove anche i silenzi (colmati nell'occasione dalla batteria) hanno un notevole significato. Le uniche eccezioni sono rappresentate da Così le tre versioni di "Double Excursion" rappresentano una progressiva evoluzione verso un suono essenziale, costituito da spiccioli di note disperse in un mare di percussioni molto soft, una sensazione che raggiunge l'apice (e non a caso) nel brano intitolato "Words of the sea". Ancora uno splendido cd, della collana jazz della C.A.M., rivolto alle musiche di Enrico Pieranunzi. Questa volta il grande pianista e compositore romano suona in coppia con un altro mostro sacro, il batterista Paul Motian e, in tre brani, anche il sassofonista Chris Potter fornisce il suo preziosissimo contributo. I lettori più attenti si saranno già resi conto che abbiamo nominato alcuni dei musicisti che hanno partecipato allo straordinario "Fellinijazz", uscito lo scorso anno, che ha ottenuto un meritatissimo successo di critica e di pubblico. A prima vista potrebbe sembrare un naturale prolungamento dell'avventura precedente ed invece grande è stata la nostra sorpresa quando abbiamo constatato che i brani sono stati registrati nel 2002, quindi prima e non dopo il disco dedicato alla musica di Fellini. 

Questo ritardo di un paio di anni rimane un mistero, anche se ci troviamo di fronte ad un'incisione molto particolare. Infatti, portare avanti una serie di composizioni affidandole solo a pianoforte e batteria (visto che l'apporto di Potter si limita a soli tre brani), può risultare abbastanza problematico in quanto si rischia di sfociare in una certa monotonia. E qui interviene l'abilità di Pieranunzi, che si dimostra ancora una volta un interprete ed un autore completo, fornendo una risposta magistrale a chi non lo considera un compositore nel pieno senso della parola (e sono più di quanto si possa immaginare), per le sue incursioni troppo frequenti nel campo della musica da film. 

"Doorways" ha tutte le carte in regola per sfatare questo stupido luogo comune anche se, proprio per le sue caratteristiche, impone all'ascol

01/11/04www.16noni.itMarco Del Vaglio

 

Enrico Pieranunzi Paul Motian

In un momento particolarmente felice e fecondo, Enrico Pieranunzi presenta un ideale (per quanto diverso negli intenti) seguito del fortunato "Fellini Jazz". "Doorways" propone materiale inedito, pensato e strutturato per un incontro empatico/dialogico con Paul Motian. Il disco ci mostra un Pieranunzi inconsueto, capace di assumere i rischi del gioco aleatorio nel campo dell'improvvisazione totale, in particolare nelle tre Double Excursions, episodi dall'incedere obliquo nei quali il drumming libero ma sempre "nel tempo" di Motian trova la migliore espressione. D'altro canto, non mancano momenti intrisi del lirismo che caratterizza il pianista romano: esemplari in tal senso Suspended Point, Words Of The Sea e soprattuttoThe Heart Of A Child, perfezionato da uno splendido e misurato Chris Potter (accreditato come special guest), che presta la voce dei suoi sax anche in Doorways e Anecdote, ampliando ulteriormente il respiro di questa bella prova d'autore.

16/11/04JazzitAlfonso Tregua
 

Enrico Pieranunzi - Doorways

Pieranunzi est un pianiste d'expériences. A ce titre, si "Doorways" le voit quitter certaine orthodoxie du trio, Potter et Motian en fournissent la garantie. Le saxophoniste au travers d'éclairs acérés, d'entrées en bélier ou vrilles harmonique, brise la géométrie du fameux triangle (jadis rebaptisé "Circle" par Corea et Braxton). Quant au figures duelles entreprises avec Motian, ce frappeur et mélodiste inclassable se régale en échappées belles fort d'une manière unique de tourner autour du discours initial, jusqu'à le modeler, l'envelopper, le happer. Pieranunzi dès lors s'oblige à une réactivité instantanée (ainsi en est-il des trois versions de Double Excursion, intégralement improvisées). Le pianiste romain, toujours aussi vigilant, excelle à laisser se développer les débordements musicaux extérieurs pour mieux les rattraper, les conduire à coup de chromatismes ou cascades d'accords. A la manière d'un Kandinsky, entre angles et rondeurs, il parvient à calculer au plus juste ses angles de visées improvisatrices.

15/11/04Jazz Magazine - 4 starsRobert Latxague
 

Enrico Pieranunzi Paul Motian - Doorways - Choc

Une révolution sans crier gare? Les premières note de Double Excursion vous saisissent sans vous surprendre : l'autorité souveraine du pianiste et du batteur sont manifestes, la magie du climat s'impose, ça y est! On est sous le charme. Mais tout cela est-il bien nouveau? Ce n'est qu'à une écoute plus attentive qu'on s'aperçoit que ce discours est profondément original, que le schéma pianistique habituel est pris à l'envers, le phrasé mélodique à la main gauche, les accords qui le ponctuent, comme des taches de couleur, au-dessus, à la mai droite… Et l'extraordinaire No waltz for Paul, cette valse pivotante dont la polarité rythmique se décale, fait la culbute, donne à entendre le morceau sous un autre angle, comme un tableau que vous raccrocheriez sur le côté à vos yeux le plus convaincant: en voilà de la vraie musique innovante! Chaque morceau est fort, inventif, avec des échos à la tradition (hommage aux harmonies de Bill Evans dans Points de suspension, lyrisme parfois coltranien de Chris Potter dans Heart of child, l'une des trois pièces où le saxophoniste est invité). Quant à la danse des deux principaux acteurs de cette suite, elle se révèle magistrale: la clarté éblouissante de Enrico Pieranunzi étincelle sous les éclairs frissonnants de Paul Motian. Et la précision, la justesse de la frappe, la beauté des timbres du batteur sont sans égale: il n'y a que lui pour découper l'espace musical avec une telle assurance.

15/11/04JazzmanYvan Amar
 

Enrico Pieranunzi - Paul Motian

Con una discografia ormai ricchissima, uno stile consolidato, una notorietà internazionale meritata e una curiosa apertura a progetti molto diversi, Enrico Pieranunzi è oggi uno dei musicisti italiani maggiormente da apprezzare e nel pieno della sua maturità. Dai lavori in solo piano ai progetti su colonne sonore, dalle formazioni allargate dedicate a Bill Evans ai lavori in trio con i grandi Johnson e Baron, si apre uno spettro dei diversi interessi e delle possibilità molteplici della musica del pianista romano. L'incontro con Paul Motian significa l'accostamento a uno dei batteristi più innovativi della storia del jazz, a sua volta attivo in un famoso e importante trio di Bill Evans. Pieranunzi è capace di suonare con bravura un pianoforte molto lirico, ma può anche fare del ritmo la cifra del suo strumento e il ritrovarsi con un personaggio tanto creativo non può far che bene. La batteria di Motian è quanto di meno catalogabile ci sia stato nel jazz moderno, sapendo questo musicista lavorare sul tema da discreto solista capace di incidere sui vuoti musicali e sulle sospensioni sonore, ideali per un musicista solerte a cogliere l'invito come Enrico Pieranunzi. I brani improvvisati di questo disco (le Double Excursion 1-2-3) sono in tal senso molto significativi e l'interplay dei due strumenti funziona spesso alla perfezione, dando costanti stimoli in un contesto che non consente pause di riposo e che si rivela ideale per farci godere appieno due musicisti con ancora molte cose da raccontare. Con una discografia ormai ricchissima, uno stile consolidato, una notorietà internazionale meritata e una curiosa apertura a progetti molto diversi, Enrico Pieranunzi è oggi uno dei musicisti italiani maggiormente da apprezzare e nel pieno della sua maturità. Dai lavori in solo piano ai progetti su colonne sonore, dalle formazioni allargate dedicate a Bill Evans ai lavori in trio con i grandi Johnson e Baron, si apre uno spettro dei diversi interessi e delle possibilità molteplici della musica del pianista romano. L'incontro con Paul Motian significa l'accostamento a uno dei batteristi più innovativi della storia del jazz, a sua volta attivo in un famoso e importante trio di Bill Evans. Pieranunzi è capace di suonare con bravura un pianoforte molto lirico, ma può anche fare del ritmo la cifra del suo strumento e il ritrovarsi con un personaggio tanto creativo non può far che bene. La batteria di Motian è quanto di meno catalogabile ci sia stato nel jazz moderno, sapendo questo musicista lavorare sul tema da discreto solista capace di incidere sui vuoti musicali e sulle sospensioni sonore, ideali per un musicista solerte a cogliere l'invito come Enrico Pieranunzi. I brani improvvisati di questo disco (le Double Excursion 1-2-3) sono in tal senso molto significativi e l'interplay dei due strumenti funziona spesso alla perfezione, dando costanti stimoli in un contesto che non consente pause di riposo e che si rivela ideale per farci godere appieno due musicisti con ancora molte cose da raccontare. 
Voto Artistico: 8 Voto Tecnico: 7

17/11/04   Suono   Sergio Spada
 

Doorways

Enrico Pieranunzi is one of the most recognized jazz pianists in Europe, but he doesn't get enough exposure in the United States, since he has recorded almost exclusively for European-based labels. These sessions are a bit unusual since the pianist omits a bass player, utilizing only veteran drummer Paul Motian, with saxophonist Chris Potter guesting on three tracks. All of Pieranunzi's compositions were written specifically for these studio sessions, while "Double Excursion" consists of three separate improvisations, all of which sizzle. Potter's tenor sax is added for the mournful "Doorways," with Motian's drumming providing a bit of tension. "Blue Evening" is in the same mold, though with Potter sitting it out. Potter returns for the turbocharged "Anecdote," which dabbles in the avant-garde. None of this music can be fairly evaluated with just a single hearing, though anyone who is familiar with these musicians should take the time to do so.

18/11/04   www.allmusic.com   Ken Dryden
 

Doorways

Another landmark album in the long and distinguished careers of Enrico Pieranunzi and Paul Motian, Doorways is one hour of sumptuous and transcendentally beautiful music fashioned with the simplest tools--a piano and a drum kit (and on three tracks only, a saxophone). Simultaneously lyrical and percussive, rhapsodic and vigorous, it speaks equally to the emotions and the intellect and conjures up a bigger cosmos than you would think possible from such a restricted palette. 

Along with Pieranunzi's and Motian's individual artistry, the reason the set succeeds so brilliantly is the extraordinary degree of empathy--at times bordering on the telepathic--which they each bring to the occasion. It helps too that all three musicians were already pretty well known to each other before the sessions (in Rome, over three days in December '02). Pieranunzi and Motian first recorded together as a duo in '92, on what became the live set Flux & Change, and guest saxophonist Chris Potter has recorded regularly with Motian since the late '90s. 

Although this is primarily Pieranunzi's album--he wrote all the material except for the three totally improvised "Double Excursions"--Motian's contribution is immense. Eschewing motor rhythms entirely, he instead drives the music forward with a stream of asymmetrical, neo-melodic snare drum and cymbal patterns, underpinned with subtle bass drum and tom-tom accents. From the achingly beautiful melodicism of "Suspension Points" and "Words Of The Sea" through to the more edgy "Utre" and "Double Excursion 3," he is Pieranunzi's dream partner here. 

Potter excels himself too, absolutely holding his own with his two elder statesmen colleagues. The age range of the trio is remarkable: at the time of recording Motian was 72 and Pieranunzi 54 and Potter just 33—and while Potter has no monopoly on energy and fecundity here, neither do Pieranunzi and Motian have one on maturity and depth. The saxophonist's solo on the spacey, noir-ish "Doorways" is a highlight of the album, as is his fearless "outside" work on "Anecdote," where he creates a bracing sonic whirlwind reminiscent of David S. Ware. 

Gripping, thrillingly inventive stuff from start to finish.

29/11/04   www.allaboutjazz.com   Chris May
 

Doorways

Doorways is an exhilarating duo release featuring veteran musicians drummer Paul Motian and pianist Enrico Pieranunzi. While Motian may be more recognized in the U.S. for his work on hundreds of recordings, Pieranunzi is also a force to be reckoned with both as a musician and composer, as witnessed on the recent recording FelliniJazz. He gives new listeners a further display of the brilliant capabilities he has honed over the many years in Italy and Europe with numerous projects and musicians. Special guest saxophonist Chris Potter, who is making a name in jazz circles, adds his accomplished voice on three selections. 

The edgy and progressive recording captures and also demands the listener's attention with thirteen pieces that deliver unbridled musical ideas and also draw attention to the high level of communication between the musicians. Composed by Pieranunzi, the music is at times tense, playful, and probing, but never routine. Pieranunzi plays with a colorful and percussive style that can be vigorous or calming, and at 70+ years young Motian still brings fresh and crisp drum work that is the perfect addition to Pieranunzi's free ideas. 

"Double Excursion 1 and 2” set the tone with dynamic and flurried sounds while the poignancy of slower pieces like "Suspension Point" finds the artists articulating a softer message that is just as effective. The trio pieces with saxophone are equally if not more elevated in form. "Anecdote" features Potter providing blistering sax work and is appropriately titled, as each instrument gives a frenzied musical account with interweaving solos around a theme. Doorways is a vivid, heady, and rewarding recording for those who like their jazz adventurous.

05/12/04   www.allaboutjazz.com   Mark F. Turner
 

Doorways Enrico Pieranunzi/Paul Motian (CamJazz-Sunnyside)

Not long ago I heard the excellent pianist Russ Lossing's fine recording As It Grows, with Paul Motian on drums. Now comes another excellent, very different pianist, Enrico Pieranunzi, also with Motian and a new record that recalls the glory of Jarrett’s time on ECM. Doorways covers wide territory, both charted and uncharted. 
Pieranunzi has fine jazz chops and improvises with intricate and subtle skill. Chris Potter, on tenor, adds a big, warm, emotive sound reminding at times of Jan Garbarek. His playing is precise but not academic and he seems to warm up to the music and rise to the challenge. Meanwhile, Motian. His playing is a stamp of distinction on anything he touches and could be identified from under a mattress. His time sense is so loose as to barely exist, but exist it does. Doorways doesn't brashly swing. Rather, Motian generates an undercurrent of rhythmic electricity. The lack of bass gives him an uncluttered ground and he paints with subtle beauty and great style. His lighter-than-air technique allows the music to breathe, but he can also generate as big a sound as the music requires. It must be pure joy to play with him, knowing you can play with as much subtlety or bravado as you can muster without fear of being stepped on by, or stepping on, the drummer.
Doorways is yet another fine, state-of-the-art piano trio. It's up-to-date and immensely listenable and all the benchmarks of good jazz are met easily.

24/01/05All About JazzTy Cumbie
 

Le duo Paul Motian et Enrico Pieranunzi

Le pianiste italien Enrico Pieranunzi, 55 ans, ne maîtrise pas seulement l'histoire du piano jazz, dont son maître Bill Evans sur lequel il a écrit un livre, mais aussi le répertoire romantique et impressionniste européen (de Liszt à Ravel et Chopin). Ainsi, son jeu virtuose n'a jamais choisi de camp sinon celui d'une musique dénuée de concession.
Pieranunzi forme aujourd'hui un duo avec le batteur septuagénaire Paul Motian (Don Cherry, Albert Ayler, Keith Jarrett, Charlie Haden, mais surtout le trio de Bill Evans à la fin des années 50 sur leur album Doorways (CamJazz / Harmonia Mundi). Ils y développent une musique tantôt lyrique ou percutante, enveloppante ou agressive, en tout cas d'une richesse que ne laissait pas supposer le duo piano-batterie. Complices depuis 1992, Pieranunzi et Motian affichent une cohésion totale, leur association étant renforcée sur trois titres par le saxophoniste Chris Potter dont le jeu n'en finit pas de se libérer. Sur des compositions originales, toutes les palettes du jazz, du plus free au plus romantique, s'y succèdent en une heure de temps. Le talent dans son plus simple appareil.

02/12/04   Midi Libre   Eric Delhaye
 

Enrico Pieranunzi / Paul Motian Doorways

Le pianiste italien Enrico Pieranunzi et le batteur Paul Motian se connaissent depuis longtemps et, pour leur deuxième disque en duo, nos livrent un chef-d'ouvre. L'entrée en matière se veut rassurante. Pieranunzi y mène d'audacieuses explorations harmoniques mais il y joue aussi une véritable walking bass et Motian maintient à peu près convenablement les quatre temps du swing. La suite ne verra pratiquement plus aucun tempo s'installer de façon durable et explicite. Tout comme Pieranunzi développe une conception très large de la tonalité, Motian donne à la notion de pulsation des contours très vagues . A la manière d'un maître zen, il tourne autour du pot, délivre des énigmes, et il faut tout le calme et les ressources inépuisables de Pieranunzi pour y répondre à la volée.
Que l'on ne s'y trompe pas, il n'y a là nul charlatanisme mais bien plutôt une profonde attention à son partenaire, qui exclut avec intransigeance les propos conventionnels et les facilités de l'indifférence. Il suffit pour s'en convaincre d'écouter No Waltz For Paul, valse récalcitrante qui s'obstine à vouloir escamoter un de ses trois temps où Motian tantôt feint de n'entendre qu'une valse ordinaire, tantôt s'applique à en déplacer malicieusement les accents, toujours avec intelligence et musicalité. Quant à Pieranunzi, un poète doublé d'un savant, sa superbe sonorité, l'inquiétante étrangeté ou le chaleureux lyrisme de ses compositions subjuguent tout au long de l'album. Le saxophoniste ténor Chris Potter, invité sur trois titres, est éblouissant mais son style puissamment assertif rompt quelque peu l'enchantement du duo.
20/01/05   Le Monde de la Musique CHOC   Nicolas Brémaud
 

Doorways

The amount of musical liberty in an ensemble seems inversely proportionate to the number of players involved. The smaller the group, the more exposed the players. While the piano inarguably possesses the broadest range, so that its pairing with virtually any other instrument provides for the richest possible palette, there's something about a piano/drums duo that makes for the most complete musical environment coupled with the greatest potential for free exchange. Both instruments possess the capacity for a wide range of melodic, harmonic and rhythmic ideations, so when teamed together the limits seem virtually endless. 

In the case of drummers, there may be players out there who possess--or, at least, more overtly demonstrate--a greater degree of technical ability, but few are as purely musical as Paul Motian. Motian possesses the ability to make the drums truly sing, contributing texture and implied rhythm where a more traditional drummer would be weighing in more heavily with the metric characteristics of the instrument. He rarely assumes the role of strict timekeeper, which is why his participation in small ensembles--in particular duos and trios, like his longstanding collaboration with guitarist Bill Frisell and saxophonist Joe Lovano--is always a conversation amongst equals, where no instrument is strictly predominant. 

Italian pianist Enrico Pieranunzi equally appreciates the broader potential of his instrument. While he might fall into a traditional "left hand rhythmically supporting the right hand" mode on occasion, he never does so for long and instead, much like Paul Bley, looks for all possibilities throughout the range of the instrument. Equal parts European romanticist, abstruse impressionist, and jazz traditionalist, Pieranunzi has evolved into a unique voice on the European scene over the course of the past 25 years, as comfortable with the chamber jazz of Les Amants as he is interpreting the film music of FelliniJazz. But with Doorways Pieranunzi takes a bigger leap with an album consisting primarily of pieces written specifically for the duo with Motian, three purely free improvisations that nevertheless demonstrate a highly compositional mindset even in the most exploratory of contexts, and three songs created for the duo augmented by the increasingly ubiquitous saxophonist Chris Potter. 

"Double Excursion 1," the first of three free-association extemporizations, may come from the ether, but between Pieranunzi and Motian there's always a sense of purpose. Searching yet focused, the composed and free pieces are almost impossible to differentiate. Pieranunzi is always on the lookout for motifs emerging from the duo's explorations, and Motian manages to colour Pieranunzi's work with light textures and subtle suggested rhythms. Elsewhere, on the noir-ish title track, Potter evokes a certain '50s vibe while Pieranunzi's rubato accompaniment and Motian's sometimes rigid, other times unbound pulses work alternatively with and against the grain. 

A dialogue is only as good as the intellect and passion of its participants, and with Doorways, Pieranunzi, Motian and, on occasion, Potter, are engaging in the most vivid of conversations, filled with meaning and consistently captivating give-and-take.

13/02/05   www.allaboutjazz.com   John Kelman
 

Pieranunzi, Motian, Potter DOORWAYS

Une double-Excursion sur 3 plages, une Valse-Refusée-à-Paul et deux versions du mystérieux titre Utre (en fait Do - Ré), une Soirée Bleue et les Paroles de la Mer, un Décor Décalé et le C'ur d'un Enfant (mes 4 préférences). Merci à Ermanno Basso, le manager de CamJazz, d'avoir produit ce cd qui marquera l'année 2004: deux géants du jazz, (Pieranunzi et Motian) franchissent avec un jeune invité prestigieux (Potter), les seuils d'une musique précise et précieuse.

15/12/04   Jazz Forum International   Pierre Lapijover
 

Enrico Pieranunzi / Paul Motian / Chris Potter DOORWAYS

If Fellini Jazz is a lyric paean to Fellini's sprawling phantasmagoric realism, Doorways--composed of 10 Pieranunzi-Motian duos augmented by three triologues with Potter---evokes the sparer narratives of such short-form masters as Italo Calvino and Primo Levi. Pieranunzi discourses with wit and clarity, parsing ideas drawn from the corpus of Lennie Tristano, Mal Waldron, Keith Jarrett, Paul Bley and Cecil Taylor. Motian parries with elegance, never repeating a beat, continually shifting the conversational turf. Comfortable in all functions, Potter, a youthful veteran of Motian's ensembles, proves that three is not a crowd. Doorways is a consequential document of speculative improvising, informed by the spirit of close listening.

01/04/05   Downbeat   Ted Panken
 

Doorways

Il cd è sostanzialmente realizzato da un inconsueto duo piano / batteria Pieranuzi - Motian con l'apporto ulteriore di Potter come special guest in tre delle tredici tracks. Ciò che ci stupisce continuamente di Pieranunzi è la vitalità creativa che riesce a mantenere quasi come costante, senza cedere in alcun stereotipo, mantenendo forme e distruggendole, passando dalla musica "romanticista" del recente "les Amants" a questa, fondamentalmente sperimentatrice e "free" ; ciò che mi stupisce sempre di Motian è il suo essere batterista musicale, cioè che suona in relazione alla nota e all'accordo e non al tempo … caratteristica per cui giustamente può essere considerato un maestro del drumming e un personaggio unico. Ne viene fuori una miscela suggestiva che tocca grande intensità quando si aggiunge, ma sarebbe meglio dire, si unisce Potter ( ad es. in Doorways) a inserire una linea di possibile sensatezza dentro l’apparente disorganizzazione e a tracciare un nesso e a ritagliare dentro quel contesto frasi, pezzi di discorsi e suggestioni. Un cd non facile sicuramente ma che sa regalare all’ascoltatore molti spunti di riflessione e soprattutto far rivedere lo spirito del jazz in una sua forma embrionale e destrutturata, nel suo passaggio continuo tra definizione e dissoluzione. Al di sopra di tutto la straordinaria sensibilità individuale dei musicisti che riesce a farsi esperienza collettiva e unitaria.

14/06/05   www.jazzconvention.net   Antongiulio Zimarino
 

Doorways

Enrico Pieranunzi, Paul Motian, Doorways. The Italian pianist and the former Bill Evans drummer in a series of pieces that are free and sound composed or are composed and sound free. When saxophonist Chris Potter joins them on three tracks, the result is nothing like Lester Young, Nat Cole and Buddy Rich. Abstract, luxuriant music.

28/06/05   Rifftides   Doug Ramsey
 

Doorways

A guardare i nomi dei compagni di viaggio di questo ennesimo trio di Enrico Pieranunzi e l'anno in cui è stato edito (2004) verrebbe da pensare ad un prolungamento della fortunatissima (e premiatissima) avventura di Fellinijazz (2003). A ben guardare, però, si evince dalle note che tutti i brani erano già stati incisi addirittura l'anno prima e che, dunque, siamo di fronte ad un prologo. Pieranunzi scrive dieci brani pensati per essere suonati con Paul Motian, attratto dal fascino e dalla "giovinezza" musicale di un batterista che ha rivoluzionato la storia del suo strumento e con il quale incide anche tre improvvisazioni "totali". Un disco "difficile", forse, in cui prevale su tutto la voglia di "conoscere" il compagno, di giocare con i suoni e con i silenzi, con gli incastri ritmici più che con la melodia, di cui pure costituiscono un pregevolissimo esempio "Suspension points" e "The heart of a child". E in tre composizioni, tra cui l'ultima citata, compare il sax di Chris Potter a dar man forte ai due. A dieci anni giusti di distanza da Flux and Change, CD per la Soul Note, dunque, Enrico Pieranunzi torna ad incidere con Motian, storico batterista di Bill Evans, padre di tutti i pianisti della sua generazione (e non solo), dando un'ulteriore prova della sua maturità di compositore. Nei tre brani improvvisati, poi, emerge tutta la sapienza e il feeling innato tra i due. Ammenocché non si voglia parlare di telepatia, l'incontro in "Double excursion 1,2,3" è di quelli che lasciano il segno e in cui il valore delle "forze in campo" non passa certo inosservato. Pieranunzi e Motian creano un'ottima tensione costruendo solide architetture sonore con cellule elementari, fatte di poche note, sviluppate per lo più in senso ritmico e dinamico, e dando vita ad un disco che forse richiede più di un ascolto per essere davvero apprezzato. Ma ne vale sicuramente la pena!

12/04/06   www.altrisuoni.org   Diego Librando
 

ENRICO PIERANUNZI PIANISTE

"Prendre un solo, c'est l'occasion de raconter ma propre histoire, c’est un moyen extraordinaire de communiquer avec moi-même et les autres humains à travers un langage sans mots. C’est un formidable "jamais avant, plus jamais après", comme Lee Konitz a défini un jour le solo. C’est une aventure de l’esprit et du cœur, une découverte, un défi, un frisson. Trois solos de Charlie Parker (trois ballades, , My Old Flame, Don’t Blame Me) m’ont marqué à jamais. Par la suite, un solo-non-solo de Bill Evans (Spring Is Here, avec Scott LaFaro et Paul Motian) m’a dévasté. Il ne s’agit pas d’une réelle improvisation: juste une mélodie qui est interprétée avec profondeur, qui raconte une histoire avec un fort degré d’intimité et d’intensité".
15/12/05   Jazz Magazine   redaction
 

Enrico Pieranunzi-Paul Motian Doorways

Italian pianist Enrico Pieranunzi can play straightahead or free with great clarity, refinement, and lyricism. His refined touch renders subtle inflections and dynamic nuances that give his music great depth. His articulation is precise, and his sound warm and translucent. And he seems at ease in just about any setting.
…“Doorways”, a duet with drummer Paul Motian with saxophonist Chris Potter guesting on three tracks, is a masterpiece of intuitive empathy and category-trascending resourcefulness. Pianist and drummer move as one throughout, circling around each other, shadowing and echoing the other’s phrases with uncanny precision. The communication between the two is truly magical, whether they’re improvising freely on “Double Excursion” or with Potter on “Anecdote” or playing lovely ballads like “Suspension Points” or “The Heart of a Child”.

15/02/05   Jazziz   Ed Hazell
 

Enrico Pieranunzi, Paul Motian Doorways

Conversation peu commune de ce pianiste et de ce batteur accompagnés sur 3 morceaux par Chris Potter au sax. En reines de l’instru, leurs ambiances offrent au jazz pointu la plus belle des mises à nu.
10/02/05   Lylo   editorial
 

Enrico Pieranunzi, Paul Motian et Chris Potter Doorways

Le duo piano/batterie est une formule rare, périlleuse, et peu de musiciens s’y sont risqués.
Enrico Pieranunzi la tente pour la première fois, et a choisi pour cela un des percussionnistes les plus fins que le jazz puisse proposer : Paul Motian, qui de Bill Evans à Marilyn Crispell en passant par ses propres formations a marqué la batterie moderne et fait évoluer son propre jeu de façon remarquable. Composé majoritairement par Pieranunzi, le répertoire reste dans la tonalité habituelle des précédents disques du pianiste : méditatif, lyrique, mais n’excluant pas l’aspect percussif de l’instrument. Motian, lui-même excellent compositeur, s’intègre à cet univers comme instrumentiste et comme co-concepteur. Coloriste autant que rythmicien, il déploie un art du contrepoint rythmique et du jeu sur les nuances qui fait de sa batterie un second clavier aux riches possibilités sonores. Le saxophone de Chris Potter, présent sur trois morceaux, apparaît dans ces conditions – malgré ses indéniables qualités propres – plutôt comme un intrus dans un univers poétique en formation que comme un invité bienvenu. Dommage.

15/01/05   Piano magazine   editorial